Cani selvaggi
Helen Humphreys, Cani selvaggi, trad. Cartolano C.; Fortezza D., Playground 2007
Non perdertevi questo straordinario, struggente romanzo. Sei personaggi e i loro cani che li abbandonano. La felicità, probabilmente, è un cane che torna.
«I cani selvaggi si aggirano per i campi estivi appena fuori città. Hanno occhi che lampeggiano, stelle brillanti nei boschi di notte, e sfrecciano come fiamme sull’erba secca al limite del centro abitato, in cerca di qualcosa da uccidere e mangiare.
L’amore è come quei cani selvaggi. Se ti salta addosso, non molla la presa. E quello che non puoi mai sapere all’inizio è con quale intensità e quanto a lungo amerai; in quali modi un amore finito ti darà la caccia, un salto dopo l’altro come fuoco misterioso che ti scorre nelle vene.
I cani selvaggi esistono davvero. Sono lì fuori, oltre la sicurezza delle strade e delle case, oltre le luci della città. E uno di quei cani è il mio.»
In una piccola città della provincia canadese, la chiusura di un mobilificio e centro economico dell’area genera inquietudine. Le vittime sono soprattutto le donne, i bambini e i cani. Proprio sei cani, senza apparenti avvisaglie, fuggono o sono spinti a fuggire dalle case dove sono cresciuti e dove sono stati nutriti, scegliendo di vivere nel bosco, di essere selvaggi, liberi. I loro padroni – Alice, Jamie, Lily, Walter, Malcolm e una misteriosa biologa – ogni sera si ritrovano in un campo ai margini del bosco e chiamano i loro cani nella speranza che tornino a casa. Fra i sei padroni si stabilisce un legame molto stretto, che sovrappone all’attesa del ritorno dei cani le speranze di amore, di amicizia e di risoluzione delle proprie solitudini, mentre, sullo sfondo, si prepara la resa dei conti, la dolorosa soluzione alla incomprensibile e “intollerabile” storia dei cani che hanno scelto di diventare selvaggi.
“La gente ha sempre avuto paura dei lupi. Ma cos’ è questa paura, in realtà? Non è forse la paura del selvaggio che è in noi? Non è forse tutta la struttura della società finalizzata a farci entrare in gabbie sempre più piccole? Più siamo imprigionati dal dovere e dall’ amore, più il nostro lato selvaggio ne esce addomesticato e più pensiamo di sentirci sicuri. Ma, naturalmente, non è vero. Non ci sentiamo affatto sicuri.”
Libro stupendo sulla fragilità umana che ruota attorno a un nucleo oscuro e selvaggio, quello dei cani fuggiti dai loro padroni.
Questo romanzo abbiamo venduto, ma ci sono tanti altri su: http://www.comprovendolibri.it/?uid=Razzabastarda