Lezioni di vita randagia

lezioni_di_vita_randagiaSusan Wilson, Lezioni di vita randagia, Piemme 2011

 

Adam March ha 46 anni, una carriera folgorante e una famiglia che si gode i frutti del suo successo. Un giorno compie un unico, stupido gesto, uno scatto d’ira incontrollabile che gli costa il lavoro, il matrimonio, la felicità. Viene condannato al servizio sociale in un centro di accoglienza per senzatetto. Un pitbull senza nome vive in una cantina ed è usato per combattimenti. Dopo un sequestro finisce in canile, dove un giorno gli riesce la fuga. Il romanzo racconta dell’incontro di due anime randagie. Per Adam sarà il contatto con un’umanità derelitta e gli occhi profondi di un pitbull che chiamerà Chance a dargli una seconda occasione. In capitoli alterni raccontano la storia i due protagonisti, Adam e Chance.

Racconta Chance:

«È risaputo che la mia è una razza difficile da piazzare. La nostra reputazione di cani aggressivi, gli usi in cui viviamo notoriamente destinati, ci impediscono di essere adottati facilmente. Nessuna vecchietta bisognosa di compagnia sceglierà di portarsi a casa un pitbull, nemmeno se è un incrocio come lo sono io. Tanto per cominciare sembriamo troppo forti. Secondo, sembriamo feroci. Terzo, non siamo per niente belli. Insomma, alle vecchiette lasciamo i cagnetti dal pelo lungo e vaporoso. Poi ci sono i giovanotti che vengono a farsi un giro in cerca di un cane virile. Niente da fare. Non si vendono combattenti di seconda mano, qui. Restano le coppie più giovani che vogliono prendere un cane dalla cattiva reputazione e con problemi di relazione. Non è che ce ne siano molte, a dire il vero, e noi invece siamo tantissimi. Il segreto è comportarsi come un Labrador. Lasciare che ti mettono quella mano falsa nella ciotola del cibo e non reagire. Andare a prendere quella stupida palla e fargliela cadere in grembo. Fingere che quel falso di un bamboccio sia un bambino vero e che tu non desideri altro che leccargli la faccia e proteggerlo da ogni male. Sbavare un po’. Esibirsi in un bell’inchino sulle zampe anteriori per invitarli a giocare. Oh, sì, ero completamente “socializzato”.»

Racconta Adam:

«Era un tipo dall’aria rude. Dopo la lunga sequela di supplici che mi erano sfilati davanti vidi qualcosa … non un’implorazione, ma qualcos’altro. Una silenziosa dignità, un certo distacco, come se lui non avesse davvero bisogno di me né della mia cortese simpatia nei suoi confronti. Non mi guardare, diceva, sono qui solo perché mi ci hanno costretto. I nostri occhi si sono incontrati, ma lui ha subito distolto lo sguardo. Ma in quel breve momento ho visto qualcosa che ho immediatamente riconosciuto. Forse, in realtà, ho visto soltanto la mia personale vena d’indipendenza. O gli occhi di un combattente ormai malconcio, ma con i ricordi di una gloria recente. Forse ho visto che sotto quella scorza ruvida si nascondeva un cuore non ancora del tutto indurito, come il mio. E stato lì che ho preso la decisione. Er lui quello giusto per me. E mi sono messo a scodinzolare.»

Questo romanzo bestiale abbiamo venduto, ma ci sono tanti altri su: http://www.comprovendolibri.it/?uid=Razzabastarda

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