Zoo col semaforo
Paolo Picirillo, Zoo col semaforo, Nutrimenti
Provincia di Caserta, giorni nostri. La vita di Carmine e quella di Salvatore si sfiorano in un fatale, drammatico destino. Carmine, ’o Schiattamuort’, gestisce quattro campi da calcetto e non ha più niente da chiedere alla vita perché è vedovo e consuma il suo tempo nel dolore per la perdita del figlio adolescente. Il suo rituale della memoria consiste nel leggere e rileggere un dattiloscritto e nel tener pulito un tratto della tangenziale Aversa-Napoli dalle carcasse degli animali che ogni giorno vi trovano la morte. Lì c’è una lapide in memoria di suo figlio, morto azzannato da un pit bull.
Ed è sempre un pit bull a dare origine ai guai di Salvatore, che in verità si chiama Slator perché è albanese e in Italia vive da clandestino. Un giorno, accidentalmente, il suo mansueto pit bull attacca il figlio del macellaio del paese, la cui vendetta seguirà i complessi codici del territorio.
Degli animali, dell’istinto, dell’amore, dell’ineluttabilità del rito parla Piccirillo nel suo bestiario non addomesticato.
Di Piccirillo colpisce la semplicità, lo sguardo limpido e feroce.
Dice: «Anche se non fossi casertano, un aspetto della mia terra mi interesserebbe molto: il fatto che prima era magnifica e oggi è inguardabile. Mai nessun terremoto l’ha distrutta, nessuno tsunami o tornado, neanche le guerre mondiali l’hanno sfiorata. Eppure in alcuni posti sembra sia successo addirittura qualcosa di peggiore, senza che la Natura c’entri nulla. Questa è una cosa che dovrebbe far male, ai casertani, a tutti.»
Il romanzo può essere acquistato usato per 10 euro (spese incluse) su: http://www.comprovendolibri.it/?uid=Razzabastarda